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Le opportunità dell’insegnamento 2.0-big

Le opportunità dell’insegnamento 2.0

La rivoluzione informatica ha portato con sé diversi cambiamenti alle nostre abitudini, che si tratti di pagare, trovare informazioni o viaggiare. Le nuove generazioni sono nate e cresciute con l’informatica, sfruttandola in modo più o meno consapevole per accedere alle informazioni e al sapere, ma la scuola fatica a prendere atto di tale cambiamento.

Nella misura in cui il web è oggi la principale fonte d’informazione dei nostri ragazzi, tanto vale utilizzarlo anche a fini didattici. Per far questo occorre però conoscere le regole del gioco. Per prima cosa, i contenuti pubblicati devo essere facilmente fruibili, non approssimati ma concisi, in modo tale che la lettura possa essere scorrevole e piacevole. L’idea di riprodurre un’intera lezione su di una pagina internet non è il modo migliore per catturare l’attenzione degli studenti. Questo non significa però rinunciare ai contenuti: il principio dell’interattività di internet gioca a favore dei professori, poiché dopo aver catturato l’attenzione e presentato i contenuti essenziali, i link verso gli approfondimenti conferiscono allo studente la libertà di andare oltre; e il professore, scegliendo i link in modo appropriato, permette allo studente di leggere contenuti di qualità, insegnandogli anche un uso critico del mezzo. Altra potenzialità di internet, l’uso di immagini e contenuti audio e video che permettono di stimolare la memoria visiva. Per riassumere: semplicità, ma non approssimazione.

Passando dal contenuto al contenitore, occorre selezionare la forma di comunicazione più adatta ad una tale impresa. I blog, ad esempio, sono strumenti facili da manipolare, per i quali sono richieste alcune conoscenze tecniche, ma non impossibili da apprendere in tempi rapidi. Un blog si basa sul principio di una scrittura volta ad informare, dove le note sono raggruppate per temi e l’uso di contenuti audio e video è abbastanza semplice. Perché funzioni, i contenuti sono da aggiornarsi regolarmente e l’uso dei flussi RSS permette al lettore di sapere in tempo reale se la pagina è stata aggiornata. È una forma di comunicazione informale che potrebbe aiutare il professore a mantenere un legame con lo studente al di fuori della scuola, pubblicando un riassunto della lezione del giorno, indicando dei contenuti per l’approfondimento, offrendo la possibilità di interagire tramite i commenti. Per i più esperti, la creazione di un sito internet potrebbe essere un’altra idea vincente, meglio ancora se tale pagina è realizzata nel sito internet della scuola di riferimento. In tal modo, il portale non resta solo un mezzo per comunicare informazioni, ma anche per trasmettere il sapere e le iniziative didattiche che si portano avanti. Ed entrare in contatto con altre scuole.

Parte di queste iniziative stanno prendendo piede nelle università, specialmente nei centri di ricerca. Per i ricercatori è essenziale comunicare con i loro simili per restare aggiornati sulle necessità della disciplina. Per i laboratori scientifici l’interesse di tale scambio è a dir poco evidente, ma anche le scienze umane si stanno organizzando in tal senso. Nell’idea di presentare il proprio lavoro, molti laboratori di ricerca e scuole dottorali hanno un loro blog o sito internet, nel quale pubblicano le loro attività. Non è raro che in occasione di una conferenza, di un seminario o di un ciclo di lezioni siano creati blog ad hoc per permettere di comunicare i risultati degli scambi che si sono avuti. È un modo per far conoscere il proprio lavoro e farlo evolvere grazie ai contributi di quanti, a distanza, possono prenderne atto, criticare o contattare chi lavora sulle loro stesse problematiche.

A lungo si è demonizzato internet come un mezzo inadatto alla trasmissione del sapere, poiché chiunque può scrivere e non c’è un controllo sui contenuti. Iniziare a utilizzare internet in modo responsabile, adattandolo alle proprie esigenze e sfruttandone una delle sue caratteristiche più importanti, la possibilità di raggiungere milioni di persone permettendo loro di interagire, potrebbe dar luogo ad un vero inizio dell’era informatica anche nella scuola.

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